Contro la neutralità svizzera

Essendo a Taiwan attualmente, penso spesso all’approccio di casa mia riguardo le beghe internazionali. È un approccio che non mi piace perché, in soldoni, non penso sia morale. Iniziamo dal principio: gli svizzeri decisero di non immischiarsi negli affari degli altri stati da quando furono sconfitti a Marignano (oggi Melegnano) dai francesi e dai veneti nel 1515. Naturalmente gli svizzeri continuarono a girare per l'Europa come mercenari, ma la Confederazione non cercò più di espandersi.

La Svizzera è sempre stata un piccolo Paese circondato da potenze europee, ed è spesso stato più volte sull'orlo di scomparire. In quanto piccolo Paese circondato da Paesi più grandi che spesso si fanno guerra tra loro, non ci sono molte opzioni per continuare a esistere. O ci si allea con quello che si ritiene la potenza che sarà vincitrice (buona fortuna) o si dice ciao a tutti e si esercita una ferrea neutralità tra tutte le potenze. Una politica di neutralità può essere l'unica opzione per continuare a esistere e in effetti la neutralità ha permesso alla Svizzera di superare secoli molto tumultuosi.

Oggi, tuttavia, la situazione è completamente diversa dal passato. Se ieri la Svizzera era un piccolo soggetto in mezzo a grandi soggetti in lotta tra loro, oggi la Svizzera è letteralmente circondata dall'Unione Europea. Possiamo discutere se la Svizzera farebbe meglio o no ad aderire all'UE (la maggior parte degli svizzeri pensa di no), ma è un fatto che oggi la Svizzera non corre il rischio di essere invasa da un Paese vicino e che non c'è nessun pericolo di guerra tra i suoi vari vicini europei. Ciò che voglio dire è che la neutralità della Svizzera oggi è puramente e semplicemente una tradizione che aveva senso in passato con la situazione nella quale si trovava la Svizzera, oggi no. Certo, grazie alla sua neutralità la Svizzera può offrire i cosiddetti “buoni uffici” tra parti in guerra e ospitare molte conferenze di pace. Questo è indubbiamente un pro, ma credo che i contro siano più pesanti; e comunque, in caso, ci sono altri stati che possono adempiere a questa funzione.

Oggi la Svizzera usa la sua neutralità non per sopravvivere libera, ma per sfruttare la sua a-partiticità in modo moralmente molto discutibile. Anche con l'invasione russa dell'Ucraina, un'invasione fascista che sta causando innumerevoli crimini contro l'umanità, abbiamo visto come ci sia stata una forte resistenza in vari settori della società svizzera, pensiamo ad esempio al partito di destra UDC, all'accettazione svizzera delle sanzioni internazionali. Così, molti in un Paese circondato e quindi protetto dall'UE vorrebbero continuare a fare affari con uno Stato terrorista giustificando ciò con la neutralità. Oggi la neutralità non significa sopravvivenza, ma opportunismo parassitario. In Svizzera dire di essere contrari alla neutralità è come bestemmiare in chiesa, ma credo che gli svizzeri dovrebbero chiedersi cosa significhi oggi la neutralità.

L’argomento è estremamente di attualità anche perché i soliti ambienti vicino al partito di destra (populista) UDC hanno raccolto le firme per un’iniziativa chiamata “Salvaguardare la neutralità”. L’iniziativa chiede che la Confederazione non aderisca ad alcuna alleanza militare o di difesa (salvo che in caso di attacco diretto contro il Paese) e vuole inoltre che Berna rinunci a sanzioni nei confronti di Stati belligeranti. Quindi si andrà a votare in pratica per scegliere se la Svizzera venga trasformata o meno in uno stato paria che non mette sanzioni riconosciute internazionalmente, in pratica come l’Iran o la Corea del Nord. L’UDC si adopera sempre molto per la “neutralità” ma guarda caso è sempre una “neutralità” che favorisce il tiranno di turno.

#CH