Essere liberale per me
Io sono liberale e sinceramente ne vado fiero. Qui quello che vuol dire per me essere liberale
Io sono liberale. Questo vuol dire che penso che l'economia di mercato sia il metodo migliore per togliere dalla povertà le persone. La povertà è la condizione di default dell'umanità, grazie al mercato abbiamo visto che le condizioni di vita delle persone migliorano in modo esponenziale. Avendo letto Mises, sono a conoscenza del fatto che il socialismo non permetta l'allocazione ottimale delle risorse dato che manca il calcolo economico. Ciò non vuol dire che la società non possa aiutare le persone che hanno bisogno di aiuto: grazie al mercato si crea ricchezza, la quale può essere allocata anche per aiutare chi ha avuto sfortuna o ha avuto il caso contro.
Essere liberale per me vuol dire anche non intromettermi o far intromettere lo stato nelle faccende personali degli altri; vivi e lascia vivere. Non ha minimamente importanza quale sia la mia personale opinione su come si dovrebbe o non si dovrebbe vivere, una democrazia liberale lascia le persone decidere come vivere la loro vita e non ostacola l'inclusione di un particolare gruppo di persone nella società. Gay o etero, religioso (di qualsiasi religione) o non religioso, alto o basso, etc etc: affari tuoi. Il liberalismo si è sviluppato nel corso dei secoli come risposta alle guerre di religione in Europa, come metodo per non massacrarsi più per una diversa interpretazione della Bibbia e prosperare assieme nonostante le nostre differenze.
Differenze, appunto. Il liberalismo per me fa rima con multiculturalismo, diversità e società inclusiva. Una società aperta nella quale c'è posto per tutti e che accoglie nuovi membri provenienti da altri posti è la ricetta migliore per il benessere, sia materiale che morale. Ovviamente questo comporta anche delle difficoltà, spesso anche molto grandi; storicamente però le società vincenti e prospere sono quelle aperte, non quelle chiuse. Abbracciare allegramente la diversità e la varietà e non seguire i profeti di sventura che auspicano una vita grigia, triste e dagli orizzonti molto limitati: dovrebbe essere una delle priorità di ogni liberale. Dall'interazione tra persone provenienti da posti diversi e da background diversi nascono l'innovazione e il progresso; e anche una società più forte.
Liberalismo vuol dire anche ordine liberale internazionale. Il concetto ottocentesco di imperi con le loro sfere di influenza nelle quali possono fare quello che vogliono è ancora oggi duro a morire. Lo possiamo vedere per esempio con l'invasione russa dell'Ucraina, dove la Russia si sente in diritto di rettificare l'allontanamento dell'Ucraina dalla sua sfera. Da liberale contrasto fermamente questa visione imperialista e sono invece per un ordine internazionale nel quale ogni stato ha pari dignità. Oggi, inutile nasconderlo, il liberalismo è in difficoltà. Siamo in una situazione simile al periodo tra le due guerre mondiali, un periodo nel quale i regimi autoritari e le ideologie totalitariste si sentono in vantaggio, credono di poter fare quello che vogliono e pensano che le debosciate democrazie liberali abbiano i giorni contati. Penso che, come è già avvenuto nei decenni scorsi, la superiorità dei sistemi liberali, alla fine, si manifesterà ancora dato che, alla fine, la libertà dell'individuo ha un appeal sempre maggiore e la voglia di libertà, alla fine, distrugge sempre anche la più granitica delle autocrazie.