In Ticino
Introduzione all'unico cantone la cui sola lingua ufficiale è l'italiano.
Quando saremo forti abbastanza, ce lo riprenderemo
Nino Bixio disse questa frase al Parlamento di Torino nel 1862. Il problema di questa frase, come molta retorica risorgimentale, è che è sbagliata dal punto di vista storico e non tiene conto della volontà delle persone. Non c'era nulla da "riprendere" perché in luogo in questione non è mai stato perso o portato via allo stato italiano e non c'era nulla da "riprendere" perché le persone che abitavano e abitano nel luogo in questione non erano e non sono interessate a essere "riprese".
Il luogo in questione è la mia patria d'adozione, cioè la Repubblica e Cantone Ticino, questo il nome ufficiale; per gli amici Canton Ticino o Ticino. Si chiama Svizzera italiana quella parte della Svizzera nella quale si parla italiano, ossia il Canton Ticino e le quattro valli italofone del Canton Grigioni (la Mesolcina e la Val Calanca, che sono attaccate al Ticino, la Val Bregaglia e la Val Poschiavo). Tuttavia, dato che i territori grigionesi italofoni hanno una popolazione totale di circa 15'000 abitanti e il Ticino ne ha quasi 360'000, si tende a sovrapporre il concetto di Svizzera italiana con Ticino, anche se non sarebbe giusto; un po' di rispetto per i fratelli grigionesi!
Dato che in Italia non si conosce moltissimo il Ticino, vorrei umilmente contribuire a dare un'infarinatura al pubblico italiano. Quindi, dicevamo, il Ticino non è mai stato italiano, ossia facente parte di uno stato italiano. Lo stato italiano nasce nel 1861, a quell'epoca il Ticino era già un cantone svizzero funzionante, l'Italia non ha mai perso il Ticino. Fino al 1515 i territori che oggi formano il Ticino erano un po' di Milano e un po' di Como. Nel 1515 vengono tutti definitivamente conquistati dai cantoni svizzeri originari e diventano loro possedimenti, come molti altri territori nelle attuali Svizzera tedesca e Svizzera francese; in pratica, delle colonie. Nel 1803, grazie a Napoleone che aveva preso di fatto il controllo della Svizzera, tutti i bailaggi (colonie) vengono trasformati in cantoni: all'interno della Confederazione non ci sono più territori di serie A e di serie B, ora sono tutti sullo stesso piano. Dopo tre secoli di bailaggio sotto Uri, Svitto e Untervaldo, i ticinesi diventano svizzeri al 100%.
Il territorio del Ticino è variegato, sia dal punto di vista geografico che umano. La piccola zona più a sud, la punta, ossia il luganese e il mendrisiotto, viene chiamata Sottoceneri; il resto del cantone è invece il Sopraceneri. Il Ceneri in questione è il Monte Ceneri, che divide la zona prealpina (Sottoceneri) da quella alpina (Sopraceneri). Il Sottoceneri è territorialmente più piccolo ma più popoloso, inoltre è economicamente il motore trainante del Cantone. Il Sopraceneri è più rilassato, l'aria predominante è più quella di paese. Anche le parlate sono diverse: nel Sottoceneri sia l'accento che il dialetto tendono al comasco, nel Sopraceneri la faccenda si fa più spigolosa; come le montagne. Il Sottoceneri, parlando in generale, ha forti connessioni economiche e culturali con la vicina Italia, il Sopraceneri tendenzialmente guarda più Oltregottardo (ossia al di là del San Gottardo, ossia la Svizzera tedesca). Come in tutta la Svizzera, anche in Ticino le dimensioni sono piccine; Lugano, la metropoli del Ticino, ha circa 65'000 abitanti. Come in tutta la Svizzera, anche in Ticino il campanilismo è potente: per uno nato e cresciuto in un paese, andare a vivere in un altro paese, anche se a pochi chilometri di distanza, può essere un trauma: dato che il federalismo svizzero inizia dal comune (che hanno maggiore autonomia e potere decisionale rispetto ai comuni italiani), l'attaccamento al proprio paese è profondo.
Il fatto che l'italiano sia rimasta la lingua del posto, dopo cinque secoli di condominio con la grande zona tedescofona a nord, è un risultato tutt'altro che scontato. Hanno aiutato diversi fattori: l'autogoverno di fatto nei secoli (i balivi svizzerotedeschi sovraintendevano ma lasciavano i ticinesi arrangiarsi), la separazione geografica delle Alpi (fino all'Ottocento non era una passeggiata arrivare qui da nord), la forza dell'italiano proveniente dalla penisola (infatti i romanci che non hanno uno stato confinante dove si parla romancio sono stati tedeschizzati). Ovviamente l'italiano del Ticino è strano, dicono gli italiani. I calchi linguistici dal tedesco e dal francese sono numerosi (riservazione per prenotazione, azione per sconto), molti termini usati risultano arcaici a un orecchio italiano (medicamento per medicina), altri invece sono così di loro (mappetta per busta, bucalettere per buca delle lettere). I ticinesi, essendo minoranza linguistica, hanno fatto di necessità virtù e non è raro incontrare un ticinese che parla in modo discreto sia il tedesco che il francese.
Ecco, spero di avere dato un'infarinatura di questo buffo posto, tra nord e sud, pieno di palme infestanti perché si sente mediterraneo, anche se la cena è alle sette.