La politica taiwanese, spiegata bene
Introduzione al panorama politico della democrazia più frizzante dell'Asia.
Nel 1945 il Giappone perde la Seconda Guerra Mondiale e, tra le altre cose, perde anche Taiwan. Quella che era stata la sua prima colonia e la sua "colonia modello" viene data alla Repubblica di Cina, guidata dal Kuomintang (Partito Nazionalista Cinese, KMT) di Chiang Kai-shek. Nel giro di poco tempo i taiwanesi iniziano a rimpiangere i giapponesi: nel 1949 dopo una protesta per l'uccisione di una venditrice di sigarette di contrabbando, i cinesi iniziano una repressione spietata che porta all'annichilimento dell'intera classe dirigente e intellettuale taiwanese e l'instaurazione della legge marziale, che durerà fino al 1987. Il 1949 è anche l'anno nel quale il KMT perde definitivamente la guerra con i comunisti in Cina, nasce la Repubblica Popolare Cinese, e Chiang Kai-shek con circa un milione di cinesi ripara sull'isola con l'intento fantasioso di "riprendere la terraferma" in un futuro prossimo (qui un riassuntone completo della storia di Taiwan).
Quindi, fino al 1987 i taiwanesi sono stati governati da un vero e proprio regime coloniale: una minoranza venuta da fuori (i cinesi, cioè i waishengren, "le persone da fuori provincia") che governavano con il pugno di ferro la maggioranza (taiwanese) della popolazione. Poi, grazie all'attivismo politico dei taiwanesi che per decenni hanno lottato con le unghie e i denti per la democrazia, dal 1987 è iniziato il processo di democratizzazione, che è culminato nella prima elezione presidenziale diretta del 1996. La democrazia taiwanese è abbastanza giovane ma è già saldamente radicata, grazie alla effervescente società civile taiwanese e alla libertà di informazione dei media (che alcuni dicono essere persino un po' troppo liberi). Nelle varie classifiche annuali sullo stato della democrazia nel mondo, Taiwan è sempre molto in alto a livello mondiale e sempre nei primi posti in Asia.
Il sistema politico partitico attuale è figlio della democratizzazione, che è stata un esempio fenomenale (e poco studiato a livello internazionale) di transizione pacifica dalla dittatura alla democrazia. Molti sostengono che questa transizione sia stata troppo pacifica perché il KMT è riuscito a passare indenne e, come si dice, rifarsi una verginità. La situazione taiwanese sotto certi punti di vista è simile a quella italiana riguardo l'epoca fascista: è difficile avere una visione condivisa, nonostante tutti professino amore per la democrazia, per la parte erede del regime è difficile esprimere parole di condanna. Questo porta a situazioni un po' bizzarre come per esempio la rimozione di centinaia di statue di Chiang Kai-shek in giro per Taiwan e la loro ricollocazione surreale in un parco vicino Taipei, e contemporaneamente il mantenimento dell'imponente Chiang Kai-shek Memorial Hall in centro a Taipei.
Fino a pochi anni fa il campo della politica taiwanese era diviso in due campi (uso i termini inglesi perché, oltre a quelli in mandarino, sono quelli usati a livello internazionale): il campo pan-green e il campo pan-blue. Il partito principale del campo pan-green è il Democratic Progressive Party (DPP), che è l'erede diretto di quei gruppi di attivisti e politici che sfidarono apertamente il regime del partito unico KMT.
Il DPP e gli altri partiti più piccoli del campo pan-green sono storicamente per la localizzazione, cioè per sbarazzarsi di quello che rimane (tanto) della Repubblica di Cina, cioè il regime arrivato a Taiwan nel 1945 dalla Cina (vedi sopra); in pratica, proclamare una Repubblica di Taiwan, cioè diventate indipendenti de jure oltre che de facto. Negli anni il DPP è diventato molto più pragmatico, questo soprattutto a causa del bullo cinese sempre pronto ad alzare la voce quando reputa che a Taiwan vogliano sbarazzarsi della Repubblica di Cina, la loro vecchia nemica. Nonostante questa moderazione, la Cina si rifiuta di parlare con esponenti del DPP. Soprattutto con la scorsa presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen del DPP, si è consolidata la dottrina che Taiwan non ha bisogno di proclamarsi indipendente anche de jure perché lo è già: Taiwan (Repubblica di Cina). Altri partiti del campo pan-green come il Taiwan Statebuilding Party sono invece più netti nel loro nazionalismo taiwanese. Generalmente, il campo pan-green è di centrosinistra, con il DPP più verso il centro che la sinistra.
Il campo pan-blue è dominata dal Kuomintang (KMT), un partito di centro-destra che non è più quello dei tempi della dittatura ma un partito pienamente inserito nel gioco democratico, anche se non rinnega figure storiche come Chiang Kai-shek. Nonostante il fatto che il KMT e il Partito Comunista Cinese (PCC) si siano letteralmente fatti la guerra civile in Cina, oggi il KMT è il partito China-friendly. Questo, a mio modo di vedere, per il fatto che, nonostante si siano uccisi a vicenda, sia il KMT e il PCC sono partiti cinesi. Il KMT è a Taiwan da 80 anni ma la sua ideologia, nazionalista cinese appunto, rimane sempre quella. Soprattutto gli esponenti piú anziani e provenienti da famiglie waishengren (cinesi arrivati nel 1949) si vedono cinesi, in netto contrasto con la stragrande maggioranza degli elettori; che nonostante questo possono votarli senza problemi. Il KMT è molto forte a livello locale, eredità dell'epoca del regime, nel quale il partito aveva il polso della situazione ovunque. L'elettore del KMT non vuole unirsi alla Cina, quello lo vogliono l'1-2% della popolazione (secondo i ricorrenti sondaggi); vuole semplicemente un atteggiamento più accomodante, più business e meno confronto. Discorso diverso invece per molti politici anziani del KMT, che sono nati e moriranno cinesi.
Una cosa molto importante da capire è che la politica taiwanese non gira tutta intorno alla Cina. La Cina è un aspetto senza dubbio importante per gli elettori, ma aspetti altrettanto importanti sono per esempio i prezzi della case, gli stipendi bassi, la protezione dell'ambiente, l'inflazione, etc etc. Banali aspetti della banale vita quotidiana. I taiwanesi non pensano dalla mattina alla sera alla Cina, sono occupati a vivere. In questo contesto negli ultimi anni è esplosa una terza forza, né verde né blu ma bianca: il Taiwan People's Party (TPP). Con lo scopo di superare la contrapposizione tra verdi e blu, il TPP si proponeva come terza forza pragmatica e di buonsenso. Sembrava destinato a grandi numeri nel medio termine ma il suo controverso fondatore è finito in carcere per corruzione e ora il suo gradimento è in discesa. Nonostante questo, rimane una forza interessante. C'è da dire che nella pratica delle contrapposizioni in parlamento è totalmente allineato al KMT; non molto terza via.
Geograficamente, il KMT è più forte al nord, con Taipei in testa; qui infatti si erano insediati maggiormente i cinesi venuti a seguito del KMT nel 1949. Il DPP invece ha le sue roccaforti al sud, dove ci sono meno waishengren. Anche se nel corso dei decenni la distinzione waishengren/benshengren (taiwanesi che erano sull'isola prima del 1949) sbiadisce sempre di più, ha tuttavia valenza ancora oggi. Anche se i matrimoni e il mix tra i due gruppi sono ormai all'ordine del giorno, c'è ancora comunque una certa divisione. Secondo stime, i waishengren sono circa il 12% della popolazione, un segmento non indifferente e con una forza politica non indifferente.