Radicalizzato nel tragitto

Il percorso a piedi casa-lavoro mi ha fatto cambiare idea sui gusci a quattro ruote.

Radicalizzato nel tragitto

Nella prima metà dei miei trenta ho usato moltissimo l'auto per lavoro, facevo dai trenta ai cinquantamila chilometri all'anno. Quando l'auto è il tuo mezzo principale, vedi tutto con gli occhi dell'automobilista. Ti arrabbi se le autostrade non hanno almeno tre corsie per senso di marcia, se non c'è un parcheggio davanti a dove devi andare, se in città c'è il limite dei 30 all'ora, se quei pedoni e/o ciclisti non si spostano dalla tua strada. Se uno ha un martello, tutto gli sembra un chiodo.

Negli anni successivi invece ho cambiato e ora sono maggiormente in ufficio. Da qualche anno ho deciso di andare in ufficio a piedi, prima in modo abbastanza sporadico, ora costante; sono 30 minuti all'andata (in salita) e 25 al ritorno (in discesa). All'inizio ho provato ad andarci in bici ma ho scoperto abbastanza in fretta che andare in bici non mi piace molto, principalmente per la faccenda delle salite. Andando a piedi in ufficio ho invece scoperto che camminare mi piace. Mi piace la mattina fare il percorso passando per la piazza e attraversare il ponte vecchio, mi piace l'umanità del camminare, il dire buongiorno a chi incrocio, il sentire il passare delle stagioni.

È davvero sconvolgente, pensandoci, quanto l'auto ti plasmi il cervello. Tu sei dentro il tuo guscio rumoroso, ingombrante e che emana gas puzzolenti e ti sembra la cosa più naturale del mondo spostarti anche per pochi metri con quel guscio; con tutte le esternalità negative che ne conseguono. Una volta che ti sei disintossicato da quel guscio, invece, cade completamente il velo. Ti guardi attorno ed esclami: "ah! esiste un mondo piacevole fuori dall'automobile!". La quantità di spazio che le automobili mangiano ai nostri paesi e città è allucinante. Il default sembra essere l'auto, i pedoni e i ciclisti invece sono considerati uno sgradevole accessorio. I nostri paesi e le nostre città sono deturpate dalle auto e dalla mentalità autocentrica. Ecco il segreto sconvolgente: meno auto ci sono in giro e più belle, vivibili e floride sono le città, e anche i paesi. Quando non hai più il martello in mano, niente ti sembra più un chiodo.

Ovviamente nessuno qui vuole privare quelle categorie di persone che hanno bisogno dell'auto per spostarsi, come le persone anziane o con disabilità motorie, ma una decisa riduzione delle auto dalle città e dai paesi e una risistemazione delle strade per favorire i pedoni e i ciclisti invece delle auto (=più spazio a quest'ultimi e meno alle auto, il contrario di ora) penso sia una battaglia che vale la pena combattere. Le auto sono comode, questo è certo. Le auto però rendono i nostri abitati invivibili e tristi, le auto sono un'assurdità di rapporto spazio occupato per persona che in contesti urbani non ha senso di esistere.

E se sono arrivato a capirlo persino io, vuol dire che è un concetto che anche il più autodipendente può capire; basta solo uscire un attimo dal guscio.