Un amore che non capisco
La fascinazione della destra svizzera per la Russia non l'ho ancora capita, sicuramente limite mio.
Piero Marchesi è il presidente cantonale (del Ticino) e parlamentare federale dell'UDC, il partito più grande della Svizzera (alle ultime elezioni federali ha preso il 28%). L'UDC è il partito di destra che negli anni si è profilato contro l'immigrazione, contro l'UE, per i valori tradizionali. Ho letto il contributo di Piero Marchesi nell’edizione del 13 novembre de La Regione (la potete leggere nell'immagine qua sopra) e, come ogni volta che un esponente UDC parla di affari esteri, mi faccio delle domande; domande con un retrogusto preoccupato dato che l’UDC è il partito di maggioranza relativa. Lasciando perdere l'idea di fantomatiche ricadute economiche positive per la Svizzera grazie alla presidenza Trump, che, in un clima di guerre commerciali tra democrazie liberali, francamente trovo molto campata in aria, vorrei concentrarmi qui sulla questione Russia.
Sinceramente, limite mio, non ho ancora ben capito da dove nasca la fascinazione della destra per la Russia. Io sono liberale, penso che la democrazia liberale sia il sistema migliore per vivere in società e progredire, quindi guardo a tutte quelle forme autoritarie di governo come modelli da non seguire, per usare un eufemismo. L'UDC, al contrario, sembra usare la scusa della neutralità per cercare di fare immancabilmente gli interessi della Russia. Bisogna essere chiari, l'idea di neutralità che l'UDC vorrebbe per la Svizzera è quanto di più dannoso per questo Paese possa esserci, e semplicemente immorale. Usare la pura e incontaminata scusa della neutralità per tirarsi fuori tra aggressore e aggredito è, nella pratica, fare sempre gli interessi dell'aggressore. Inoltre, se la Svizzera non applicasse le sanzioni internazionali, come vorrebbe tanto l'UDC, diventerebbe un vero e proprio pariah internazionale, una prospettiva orribile per un Paese connesso con il resto del mondo come la Svizzera. L'UDC sembra preda di un'allucinazione numerica, sembra non capire che il commercio con la Russia è insignificante per la Svizzera e che il nostro partner commerciale di gran lunga più importante è la tanto odiata UE. Per un partito che dice di tenere molto all'economia e di volere il benessere della Svizzera, le priorità dell'UDC mi sembrano molto poco centrate.
L'UDC poi è un partito che usa abbondantemente, un giorno sì e l'altro pure, la retorica della libertà e dell'indipendenza della piccola Svizzera aggredita su tutti i fronti dalla cattiva UE, con i confini collassati e le maree di immigrati che vengono qui a stravolgere lo stile di vita svizzero e approffittare dello stato sociale. Quindi, dopo tutta questa retorica da libertà e indipendenza, guardare con sufficienza e sdegno a un popolo come quello ucraino che ora sta letteralmente combattendo un aggressore per la propria libertà e indipendenza e sperare che Trump, in pratica, chiuda la guerra regalando territorio e popolazione ucraina ai russi, ecco, non so, possiamo dire che stona? Sembra quasi che l'unica cosa alla quale l'UDC sia interessata è attirare capitali di dubbia provenienza di oligarchi russi, altrimenti non si spiega. La fascinazione dell'UDC per la Russia io non l'ho ancora capita, sicuramente limite mio.
Pubblicato in versione ridotta nell'edizione del 22 novembre de La Regione